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BORGO S. DONATO: assurdo sperpero di soldi pubblici.



Sull'Albo Pretorio del Comune di Sabaudia è possibile visionare il progetto esecutivo destinato (?) a risanare, in parte, la problematica del dissesto stradale (e del marciapiede) presso il centro cittadino di Borgo San Donato.

Per la realizzazione dei lavori sono stati stanziati ingeniti risorse (circa 250.000 € per le opere di urbanizzazione di San Donato e Borgo Vodice), ma l'intervento non sembra risolutivo e mostra criticità.


Anzitutto ci chiediamo perché non si provveda alla sostituzione di tutte le alberature presenti (sostituire il pino domestico, le cui radici causano il dissesto del manto stradale, con alberi di leccio) considerando che gli attuali alberi hanno oltre ottant'anni e dunque si avvicinano al limite del ciclo vita urbano del Pino Domestico (fonte legambiente). A breve le piante inizieranno una fase di declino fisiologico che le renderà pericolose (nella relazione tecnica si evince che 12 Pini risultano già pericolosi).



Ci chiediamo se l'amministrazione comunale abbia tenuto conto della valutazione del rischio delle alberature così come indicato nelle linee guida per la gestione del verde pubblico del Ministero dell'Ambiente. Se lo avessero fatto, incrociando pochi dati, si sarebbero accordi della pericolosità di questi alberi, siti nelle vicinanze di strutture scolastiche ed esercizi commerciali.

È ampiamente dimostrato da letteratura (fruibile open source) che la rete di contenimento tipo Bio-Barriera Sandwich che si vuole posare a terra al fine di evitare l'affioro delle radici in superficie abbia solo effetti ritardanti: non risolve il problema.


In ultimo, ma no per importanza, ci chiediamo perché non è previsto nel progetto l'abbattimento delle barriere architettoniche (nel Borgo abitano anche persone affette da disabilità, meriterebbero più attenzione).


In definitiva il progetto sembra più una trovata elettorale piuttosto che una soluzione. Tra pochi anni il problema si ripresenterà nonostante l'ingente spesa. A pagare? Sempre il cittadino.


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